Escherichia coli

Uno dei batteri più noti e di cui si sente parlare sempre più spesso è l’Escherichia coli: si tratta di un batterio GRAM negativo che si trova normalmente nel colon, ed è la specie più nota del genere Escherichia. Viene considerato come uno dei batteri responsabili delle infezioni del tratto urinario ed intestinale, normalmente presente nel colon, ed è il principale responsabile di infezioni urinarie, con una media percentuale di rischio di recidiva dopo la prima guarigione dall’infezione.

Ma perché si chiama così?

Il nome del batterio GRAM negativo lo si deve al suo scopritore, di origini tedesche-austriache, Theodor Escherich: egli era un batteriologo e pediatra, che si occupò per la maggior parte della sua vita di studi relativi ai virus ed ai batteri.

Il batterio Escherichia coli

Escherichia ColiCome noto, l’infezione relativa all’Escherichia coli è una delle più diffuse e conosciute: si consiglia generalmente ai viaggiatori di prestare particolare attenzione alle possibili conseguenze di questo batterio, che può sopravvivere in maniera molto resistente soprattutto in zone contaminate e particolarmente umide.

Il batterio GRAM negativo rappresenta una delle più importanti specie di batteri fino ad oggi conosciute del tratto intestinale degli animali a sangue caldo, prevalentemente uccelli e mammiferi, compreso naturalmente l’essere umano.

In una situazione normale ed ordinaria, questa specie di batteri si trova nella parte inferiore dell’intestino con una funzione ben precisa, che è quella di essere responsabile della digestione corretta del cibo: in poche parole, quindi, si tratta di batteri importanti e necessari, che però in alcune condizioni possono diventare pericolosi per la salute dell’individuo.

I ceppi dell’Escherichia coli

A dispetto di quanto possa apparire, il batterio dell’Escherichia coli non è unico: sebbene si parli generalmente di Escherichia coli senza alcuna particolare distinzione, vi sono diversi ceppi del batterio, alcuni dei quali più o meno dannosi rispetto agli altri.

Prima di effettuare le dovute distinzioni per comprendere meglio quanti e quali tipi di batteri vi siano di questa specie, occorre ricordare che in condizioni normali, l’Escherichia coli non è dannoso, anzi: si sostiene che i ceppi cosiddetti innocui del batterio siano da considerarsi come simbionti, ovvero ceppi di batteri che traggono vantaggio dalla convivenza con altri patogeni, una convivenza che può essere definita sostanzialmente reciproca.

Il batterio si nutre per lo più di zuccheri, come lattosio e glucosio: è quindi un normale commensale del colon, che non provoca generalmente problemi o disturbi.

In genere, l’essere umano espelle tramite le feci il batterio in un numero che va dai 100 miliardi ai 10 trilioni.

Tuttavia, come abbiamo anticipato, non è detto che tutti i ceppi di questo batterio siano offensivi o dannosi: è vero che i batteri responsabili della colonizzazione dell’apparato intestinale e digerente dei mammiferi e degli animale a sangue caldo, hanno una loro funzione, e sono molto importanti per la nostra salute. È però anche vero che, sebbene questi batteri consentano di regolare la flora batterica intestinale contrastando altri agenti patogeni, d’altra parte questa considerazione non vale per tutti i tipi di Escherichia coli.

Vi sono, infatti, alcuni ceppi di questa specie di batteri che, invece, possono essere particolarmente dannosi, ed in alcuni casi possono provocare addirittura un grave avvelenamento: in genere, però, i più comuni provocano una sintomatologia non troppo persistente, caratterizzata per lo più da un’infezione intestinale che si presenta con diarrea e mal di stomaco.

Vediamo nel dettaglio i ceppi più diffusi e più noti di questo batterio:

  1. Escherichia Coli O157:H7Escherichia Coli sierotipo O157:H7: questo ceppo può provocare danni da avvelenamento molto importanti. Questo ceppo del batterio si trova generalmente nel bestiame da allevamento, ma anche in altri animali domestici e nei mammiferi in genere (sia da allevamento che selvatici).Questo particolare ceppo del batterio ha causato una serie di danni, come numerose epidemie, in diverse parti del mondo, principalmente nelle zone ad alta densità di popolazione e soprattutto in luoghi contaminati: si stima che ogni anno vi siano circa 70mila casi di infezione in America, un numero importante, che va assolutamente tenuto in considerazione per la prevenzione del batterio.
  2. Escherichia Coli enteroemorragico: i problemi ed i disturbi di questo ceppo di batterio sono per lo più identici agli altri. Si tratta di particolari disturbi, che si manifestano con diarrea e sangue, ma anche problemi ai reni (insufficienza renale), in pazienti immunodepressi e nei bambini piccoli. Bisogna comunque prestare particolare attenzione ai disturbi ed ai sintomi della presenza del batterio: sintomi come diarrea sanguinolenta, crampi addominali molto forti accompagnati talvolta da complicanze extraintestinali, possono essere particolarmente dolorosi e dannosi. In genere, dopo che avviene il contagio, l’incubazione ha una durata variabile (da 3 a 5 giorni), ed i primi sintomi possono mettere in confusione il paziente, in quanto si tratta per lo più di sintomi leggeri, e non emorragici: in questo caso, il paziente tende a confondere i sintomi, che però tendono a manifestarsi con una più elevata intensità con diarrea accompagnata da sangue e forti dolori addominali. Poiché in questo momento si ha anche una forte disidratazione, è opportuno anche assumere liquidi per ripristinare la normale situazione del nostro organismo.
  3. Escherichia Coli enterotossigenico (ETEC): questo particolare ceppo del batterio è anche conosciuto come virus responsabile della cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, oltre ad essere uno dei batteri che, nei bambini residenti in paesi in via si sviluppo si presenta come la prima causa di diarrea batterica. Generalmente, si ha una incubazione piuttosto breve, che non supera le 72 ore (ma generalmente è anche più corta), ed il sintomo più acuto è, appunto, la diarrea, che si presenta in forma acquosa, con crampi addominali molto forti, e qualche volta è accompagnata da episodi di vomito. Particolarmente determinante, per questo ceppo, possono essere alcune situazioni nello specifico, come ad esempio un sistema immunitario particolarmente debole o compromesso, diabete oppure presenza di calcoli o di cateteri urinari, che possono altresì provocare altri disturbi come cistiti, prostatiti e uretriti. Si tratta, in sostanza, di un batterio molto frequente, che causa sintomi diffusi come diarrea e problemi al tratto gastro-intestinale: in base alle stime provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità, questo ceppo ogni anno provoca circa 210 milioni di casi e 380.000 decessi, in particolar modo di bambini. Tra i più colpiti, oltre ai bambini ed ai soggetti con un sistema immunitario compromesso, vi sono le truppe di militari all’estero.
  4. Escherichia Coli enteropatogenico (EPEC): Il sintomo più importante provocato da questo batterio è la diarrea, esattamente come avviene per gli altri ceppi. La differenza sostanziale rispetto agli altri ceppi è che in questo caso la diarrea è un disturbo persistente e duro a cessare, tanto da durare anche più di due settimane. È un’infezione diffusa per lo più nei paesi in via di sviluppo (a differenza del precedente, che è particolarmente diffuso nelle aree sviluppate), che si trasmette attraverso il contatto con acqua contaminata o animali infetti. È comunque una delle cause principali di diarrea anche nei paesi industrializzati.

Cause: da cosa è determinata l’insorgenza negativa del batterio

Secondo le stime provenienti dal CDC (rete dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie), in America vi sono 70mila infezioni da Escherichia coli: queste infezioni possono essere alimentate da alcuni fattori specifici, come ad esempio una scarsa igiene, contaminazione di acqua ed alimenti, e luoghi ad alta densità di popolazione.

Le cause che possono provocare la presenza del batterio sono molteplici: come abbiamo anticipato, esistono numerosi ceppi di questo batterio, alcuni dei quali potenzialmente inoffensivi, mentre altri particolarmente dannosi e pericolosi per l’uomo.

Tra le cause determinanti, ricordiamo:

  1. Acqua contaminataContaminazione dell’acqua: Una situazione igienica particolarmente delicata può contribuire sia all’insorgenza del batterio che alla sua conseguente prolificazione. L’Escherichia coli si trova per lo più in alta concentrazione nelle acque contaminate e destinate al consumo umano, come ad esempio le acque per la balneazione (piscina), ed acque per l’uso alimentare. Il contagio può avvenire, per esempio, nuotando in acque contaminate, attraverso l’ingestione involontaria di acqua contaminata mentre si sta nuotando: per questo motivo, si consiglia sempre, oltre a prestare attenzione alle acque in cui decidiamo di nuotare, anche ad evitare di ingerire accidentalmente acqua durante le nostre attività natatorie o di balneazione.
  2. Contaminazione dei cibi: Anche una scarsa igiene dei cibi può essere dannosa per la salute dell’essere umano e contribuire alla prolificazione del batterio. In particolare, si può entrare in contatto con il batterio anche in seguito all’ingestione di cibo contaminato, che però è per lo più frequente in verdure fresche non lavate correttamente, e carne di manzo macinata non cotta. In generale, poi, vi sono alcuni alimenti che consideriamo più a rischio di altri: si sostiene che gli alimenti crudi, non pastorizzati, siano più dannosi di altri. Pertanto, bisogna prestare particolare attenzione ad hamburger, salumi (in particolare il salame), il latte crudo che non ha ricevuto una corretta e adeguata pastorizzazione, verdure come lattuga e germogli, ma anche succhi di frutta non pastorizzata.
  3. Contagio: in alcuni casi, si può essere affetti dal batterio e dall’agente patogeno in seguito alla trasmissione da contatto, e quindi dal contagio. Il contagio può essere molto dannoso e può avvenire attraverso il contatto con persone o animali infetti: è anche per questo motivo che si consiglia una buona igiene personale, e soprattutto si consiglia di lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato carne cruda o essere entrati in contatto con escrementi di animali (per esempio, dopo aver pulito la lettiera del gatto o aver raccolto le feci del cane). Ciò vale, naturalmente, anche per i contatti indiretti.

I sintomi dell’infezione da Escherichia coli

Come visto, i sintomi dell’infezione da Escherichia coli sono piuttosto diffusi: si tratta per lo più di sintomi che inizialmente possono confondere il paziente, perché sono molto simili ad una banale indigestione o ad un banale mal di stomaco.

Anche se inizialmente l’infezione si presenta con una modalità piuttosto leggera, ciò non vale per tutto il tempo in cui si è soggetti all’infezione, perché in un periodo successivo alla sintomatologia iniziale, i sintomi possono diventare più dolorosi e persistenti: è proprio in questo momento che si comprende la differenza tra una banale infezione e l’infezione da Escherichia coli.

Anche se esistono diversi ceppi di questa infezione, i sintomi sono per lo più simili tra loro: ciò che cambia, semmai, è l’intensità del sintomo (che può essere più o meno persistente, e può essere accompagnato o meno da presenza di sangue nelle feci), e la durata dell’infezione, che in alcuni casi può raggiungere le due settimane e superarle.

Nel dettaglio, i sintomi più diffusi sono:

  1. Diarrea: questo è senza dubbio il sintomo più indicativo, che si presenta in tutti i ceppi e che è pertanto comune all’infezione da Escherichia coli. La diarrea può essere acquosa, accompagnata o meno da muco, e talvolta accompagnata da presenza di sangue nelle feci: può essere persistente e durevole, fino a raggiungere in casi molto estremi una durata di oltre due settimane.
  2. Sintomi Escherichia ColiCrampi addominali: questo sintomo precede ed accompagna allo stesso tempo la diarrea. In genere, la diarrea viene preceduta da forti dolori all’addome, che persistono per tutta la durata dell’infezione, con una intensità variabile a seconda del grado dell’infezione e del tipo di ceppo.
  3. Nausea e vomito: non si tratta di un sintomo diffuso. Può presentarsi in alcuni casi, per esempio nei soggetti particolarmente immunodepressi, ma tende a risolversi molto prima rispetto ad altri sintomi.
  4. Febbre: anche questo è un sintomo che può presentarsi ma non è comune. In ogni caso, non è mai una febbre elevata, e tende a risolversi nel giro di qualche giorno.
  5. Affaticamento e stato di malessere generale: questo sintomo è comune nei pazienti che hanno un sistema immunitario particolarmente depresso o già provato da altre malattie o infezioni.

Escherichia coli, la prevenzione: come comportarsi per prevenire l’infezione

Poiché alcuni comportamenti possono alimentare l’insorgenza dell’infezione da Escherichia coli, può essere utile evitare di sottoporsi direttamente alle possibili cause di contagio del virus.

Vediamo alcuni comportamenti da tenere per limitare i rischi del contagio:

  1. Igiene personale: in particolare è utile lavarsi accuratamente le mani, sia prima di toccare gli alimenti in preparazione che dopo il contatto, specialmente con carne cruda e cibi non pastorizzati. Lavarsi accuratamente le mani è importante anche dopo essere entrati in contatti con animali selvatici o comunque non domestici: in ogni caso, invece, è consigliato lavarsi le mani dopo essere entrati in contatto con le feci degli animali, anche dei nostri animali domestici, ed anche se il contatto è stato indiretto (ovvero, nel caso di pulizia della lettiera o dopo aver raccolto le feci del cane). È importantissimo lavarsi accuratamente le mani anche dopo essersi recati alla toilette.
  2. Cottura degli alimenti: poiché gli alimenti che non sono stati accuratamente cotti possono essere rischiosi per quel che riguarda l’infezione da Escherichia coli, è molto importante cuocere bene la carne trita ed i prodotti a base di carne trita. Bisogna soprattutto essere certi che lo strato interno della carne non sia rosato ma sia ben cotto.
  3. Evitare contaminazione tra alimenti: la contaminazione incrociata tra alimenti infetti è da evitare, semplicemente seguendo alcuni accorgimento, come ad esempio separando le carni crude dalle carni dotte e lavando bene tutti gli strumenti e gli utensili usati per il cibo crudo.
  4. Lavare bene la verdura: l’infezione può presentarsi anche nel caso in cui ingeriamo verdura e vegetali non adeguatamente lavati. È quindi molto importante lavare la verdura molto bene, prima di consumarla.

Diagnosi e trattamento dell’infezione: cosa fare e come comportarsi

Diagnosi batterioPer una diagnosi corretta dell’infezione, il medico potrà ritenere necessaria la coprocoltura, un esame delle feci in grado di rivelare la presenza del batterio.

Poiché esistono, come detto, diversi ceppi del virus, per determinare di quale tipo di batterio si è affetti è necessario effettuare alcuni test molecolari ed altri test di laboratorio.

Per quel che riguarda il trattamento, invece, in situazioni normali non è necessario assumere farmaci o medicine particolari, perché l’infezione tende a risolversi da sola in alcune settimane (e nei casi meno gravi anche in pochi giorni).

Alcuni accorgimenti possono, invece, aiutare il paziente a velocizzare il processo di guarigione. In generale, il medico consiglia:

  1. Riposo;
  2. Assunzione di liquidi: utile per ripristinare il corretto equilibrio e per rimpiazzare le perdite idriche e di sali minerali;
  3. Trasfusioni di sangue, dialisi: solo nei pazienti particolarmente immunodepressi e nei casi più critici.

Non è necessaria la terapia antibiotica: l’assunzione di cibi leggeri, di acqua potabile, ed un periodo di riposo sono sufficienti per ritornare in forma nel giro di breve tempo.